Sono molto sensibile al tema dei tetti verdi. Ne ho già ampliamente parlato, ma non mi stancherò mai di ripetere che sono una vera rivoluzione architettonica, sia in termini ambientali che estetici.
Detto questo leggo con vero entusiasmo la notizia di Veranda che annuncia l’apertura del primo vigneto su tetto.
Questa grande novità non poteva che arrivare da New York, una città all’avanguardia.
Più precisamente si trova a Brooklyn, sul tetto del Brooklyn Navy Yard e nel Rooftop Reds, uno spazio di 1.300 m2. Nel vigneto su tetto ci sono più di 400 piante di vite che stanno lavorando già dal 2014.
L’idea è venuta a Devin Shomaker, diplomato in viticoltura e ora proprietario del primo appezzamento di vigneti su tetto urbano al mondo.
Rooftop Reds produrrà tutte le varietà del Bordeaux e in futuro sul tetto verrà costruito anche l’impianto di produzione per Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot e Malbec. Secondo i progetti di Shomaker il primo vino vintage urbano prodotto da un vigneto su tetto dovrebbe essere pronto nell’autunno 2017.
Questo di Shomaker era un sogno, ma è proprio questo il punto di partenza di ogni cosa.
Una volta diventato realtà questo progetto del vigneto su tetto ha fatto compiere al settore dei cosiddetti orti urbani un grande passo in avanti. Negli ultimi anni questa tecnica è cresciuta a dismisura in tutto il mondo, consentendo di realizzare piccoli appezzamenti agricoli in vari luoghi della città, sia privati che pubblici.
Il verde in quasi tutte le città del mondo è merce rara, ecco perché il fenomeno dei tetti verdi ha preso piede e sta aumentando sempre di più e il passo successivo è stato proprio quello di trasformare i tetti verdi in piccoli orti che producono frutta e verdura, offrono grandi vantaggi ambientali, ma anche economici. Fino ad ora gli orti su tetto avevano prodotto ortaggi e frutta. Produrre vino è andare oltre tutto ciò ed è sicuramente una sfida.
Sono semplicemente felice che si trovino sempre nuove evoluzioni per i tetti verdi.
Io stesso mi sono occupato di molti giardini pensili in qualunque contesto e ovunque nel mondo e ogni volta sogno di poter realizzare ambienti sempre nuovi, innovativi, utili. Capisco bene il sogno del Signor Shomaker, quando si lavora con il verde la fantasia è d’obbligo!
Marco Sandrini, Chief Landscape Designer di Sandrini Green Architecture
Bergamo. Giardino pensile di un edificio residenziale
Emirati Arabi. Terrazza a Dubai