Ho già parlato di giardini pensili o Roof Garden, un tema sul quale mi piace tornare perché migliora la città e gli spazi che abitiamo.
Tra l’altro, pur sembrando un’innovazione recente, hanno un’origine molto antica, a partire dai Babilonesi con i loro mitici giardini dell’antichità, passando ai tetti verdi scandinavi e islandesi.
Da una tradizione storica illustre nel tempo le nostre aree verdi urbane si sono sempre più ridotte in dimensioni e sono state trascurate. Fortunatamente ci sono ora i tetti verdi e fortunatamente sono diventati un trend architettonico, sia in edifici di nuova costruzione che nelle ristrutturazioni. In India e in Giappone, a Chicago, Singapore, Londra, Parigi e New York sono sempre di più i progetti edili che incontrano architettura e natura.
Coperture green che non sono solo bellezza estetica o un luogo cool dove trovare un’atmosfera di libertà… sono molto altro.
Prima di tutto sono spazi che offrono benefici funzionali: limitazione dell’inquinamento acustico e dell’elettrosmog (inquinamento da campo magnetico), nonché isolamento termico del tetto. Per non parlare dei vantaggi legati alla creazione di habitat per le specie animali, ad esempio gli uccelli migratori, e vegetali.
I Roof Garden sono i giardini da includere nei progetti urbani del nostro prossimo futuro, devono diventare una parte fondamentale della città a beneficio dei nostri occhi e della nostra salute.
È sorprendente come la storia ci ricordi ciclicamente che gli insegnamenti del passato non vanno mai dimenticati. Da questa tradizione antichissima nascono infatti le città del nostro futuro.
Vi immaginate una città verde da guardare a testa in sù?!
E una città da ammirare dall’alto di un giardino pensile?!
Io sì e mi piace molto…
Marco Sandrini, Chief Landscape Designer di Sandrini Green Architecture