Piantare un melo sul balcone sarà rivoluzionario
Nei giorni scorsi, il Forum Mondiale sulle foreste urbane promosso dalla FAO e organizzato dal Comune di Mantova con il Politecnico di Milano e la Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale, ha riunito 400 architetti e botanici, amministratori, pianificatori e accademici. Grande assente la politica, poco interessata alle sfide che stanno cercando di salvare il mondo.
L’architetto Stefano Boeri, già autore del “Bosco verticale” a Milano, ma ne ha venti in costruzione, il prossimo sarà inaugurato a Nanchino, ha detto: “una parete verde ci salverà”, in primis dall’inquinamento, perché oggi le foreste urbane sono possibili.
Gli ha fatto da sparring partner Patrick Blanc, biologo francese, esperto mondiale di ecosistemi e pareti verdi verticali, colui che è riuscito ad abbellire anche i cavalcavia. La sua sfida è appunto “spalmare” natura viva e non solo decorativa in altezza, rendendo tutti responsabili, capaci di fare qualcosa per affrontare il cambiamento climatico e l’inquinamento urbano. Anche piantare un melo sul balcone può diventare infatti un gesto rivoluzionario, combattendo il nemico sul suo stesso piano di battaglia: la città.
Con la divisione specializzata “Vertical Landscape Technology”, Sandrini Green Architecture ha sviluppato da tempo capacità uniche nel verde urbano di forma complessa o di particolare difficoltà tecnica.
Con un team dedicato che si assume la responsabilità dell’intero processo: dalla progettazione del verde all’ingegneria del paesaggio, all’integrazione dei vari impianti tecnici e dei servizi accessori, alla fornitura e messa in loco delle migliori piante al mondo; fino alla manutenzione periodica, la pianificazione, l’ingegneria e la fornitura di impianti speciali.
Marco Sandrini, Chief Landscape Designer di Sandrini Green Architecture