Sandrini collabora da molti anni con alcuni dei vivai più importanti d’Italia perché il nostro è il Paese per eccellenza delle piante e dei fiori, con una varietà assoluta di specie autoctone. Ogni vivaio vanta specializzazioni uniche, favorite anche dalla tradizione, dal clima, dalle piante e dalle essenze caratteristiche del territorio dove si trovano. Più che di territorio sarebbe però opportuno parlare di “terroir”, come già accade per il vino.
In questi giorni di primavera, se volete ricaricarvi e rigenerarvi, noi amanti del verde, dei fiori e del bello vi consigliamo di fare un “Grand Tour dei fiori”. In Italia sono infatti numerosi gli orti e i parchi botanici, i musei giardino, oltre i parchi delle ville più illustri, un patrimonio botanico che ci invidia il mondo intero.
A Pralormo, in provincia di Torino, a sud-est della città, un castello medievale, nel suo splendido parco progettato nell’Ottocento dal paesaggista delle regge sabaude Xavier Kurten, ospita l’evento “Messer Tulipano”, dedicato ai bulbi simbolo dei Paesi Bassi. Più di 90mila tulipani e narcisi decorano il parco, le sue aiuole e sentieri della tenuta ancora di proprietà oggi dei conti Beraudo di Pralormo.
A Tremezzo, in provincia di Como, il parco di Villa Carlotta interseca la geometria del giardino all’italiana con l’apparente libertà e sfrontatezza di quello all’inglese. Una villa tardo barocca progettata da Giorgio Clerici, ma con aggiunte neoclassiche ad opera di Giovanni Battista Sommariva, è arricchita da un pergolato d’agrumi e cinque ordini di terrazze, oltre al Giardino Vecchio dove dominano le ortensie e al giardino della principessa Carlotta con camelie, il Teatro di verzura, la Valle delle felci, le azalee, i bambù e i rododendri arborei.
A Montagnana in provincia di Modena il “Museo giardino della rosa antica di Montagnana di Serramazzoni” ha selezionato ben ottocento varietà di rose in sette anni di paziente coltivazione. Sopra un terreno argilloso di 43 ettari rigoglioso di meli, peri e rose canine è sublime passeggiare come avrebbe fatto Goethe o Flaubert tra il giardino di rose classiche, il vivaio, l’erbario dei sensi e le rose “ritrovate”.
A Potenza Picena in provincia di Macerata c’è un luogo senza tempo: nella tenuta dei Conti Buonaccorsi un giardino disegnato nel Settecento, forse da Andrea Vici, sulla collina marchigiana di Montesanto. Cinque terrazze, dal giardino “segreto”, fino al bosco, tra aiuole di fiori, siepi di bosso dalle geometrie perfette, un pergolato dove ripararsi dal sole, fontane e giochi d’acqua, grotte, statue mitologiche e grottesche, vasi di terracotta con agrumi, quinte di alloro e persino un teatrino degli automi la rendono una mini corte reale per allietare i nobili d’animo.
A Vitorchiano in provincia di Viterbo c’è la più grande collezione di peonie cinesi del mondo: in 15 ettari più di 200mila esemplari per circa 600 varietà tra cui più di ottanta della Rockii, originaria degli altipiani del Tibet. Grazie al sogno visionario di un ingegnere atipico e innamorato della floricultura, ed è il caso di sottolineare la parola “cultura”, il centro botanico Moutan prende il nome da “Mu Dan”, nome cinese della peonia arborea, la rosa senza spine.
Alla Reggia di Caserta nei giardini di un parco nato nel 1753 si fonde la migliore tradizione italiana del giardino rinascimentale con la “rivoluzione” del metodo introdotta a Versailles; mentre a Catania piante succulente, palme e un orto tipicamente siculo sono i “fiori all’occhiello” dell’orto botanico dell’Università di Catania, risalente al 1858 su una superficie di 16mila metri quadrati. Fondato dal monaco benedettino Francesco Tornabene Roccaforte nella zona Borgo allora periferica, offre passeggiate narrative in collaborazione con Officine Culturali.
Marco Sandrini, Chief Landscape Designer di Sandrini Green Architecture