Cinque navate a cielo aperto, 108 alberelli di quercia dentro impalcature di legno alte 18 metri. È un’altra “cattedrale verde” dell’artista Giuliano Mauri, postuma perché Mauri è morto nel 2009 ma l’eco del suo genio creativo continua a farsi sentire, è il caso di dire “a crescere”.
Questa si trova sulla riva sinistra del fiume Adda, vicino a Lodi, paese natale di Mauri, e verrà inaugurata in primavera dopo che sarà completato l’impianto di illuminazione.
Mauri è noto per le sue installazioni definite «architetture naturali», eseguite con rami e tronchi di legno. Era convinto che la naturale caducità del materiale impiegato desse luogo ad un’altra opera quando l’impalcatura lascia il posto alle piante che la contengono.
Fra i suoi lavori: i Mulini, la Scala del Paradiso, il Bosco sull’isola (situato nei pressi della sorgente del Tormo nel Lodigiano, il Reattore del parco comunale di Carvico, la Casa della memoria di Saint Louis e gli Osservatori estimativi realizzati a Gorlitz (Germania) e a Zgorzelec (Polonia).
Una sua opera molto nota è appunto la “Cattedrale vegetale”, costruita del 2001 nell’ambito di Arte Sella in Val Sella a Trento. “La Cattedrale è qualche cosa di diverso da un’opera architettonica, religiosa o estetica oppure, forse, è tutto ciò ma anche qualcosa di più” aveva detto Mauri. Nell’opera della Val Sella i rami di potatura sono congiunti in veri e propri pilastri che si sollevano fino a dodici metri incurvandosi in alto ad ogiva, per altri tre metri, come appunto in una navata gotica di una cattedrale.
Entrare e percorrere queste opere, in silenzio, magari all’alba oppure al tramonto, in momenti del giorno dove la luce crea effetti supplementari di rapimento, seduzione e suggestione, è un’esperienza che molti definiscono “religiosa”, quando la natura ci restituisce alle nostre origini primitive, ad un contatto con ciò che davvero siamo ma che purtroppo abbiamo perso da tempo.
Marco Sandrini, Chief Landscape Designer di Sandrini Green Architecture